Il Coaching viene definito come il processo attraverso il quale si supportano gli individui e gruppi di persone nel raggiungere il massimo livello delle proprie capacità di performance personali e professionali.
Quando utilizziamo la parola “Coaching” dobbiamo assolutamente menzionare uno dei padri di questa metodologia ovvero John Whitmore, che negli anni ’80 ideò e diffuse un modello, utile e vantaggioso ancora oggi, per la pianificazione degli obiettivi il G.R.O.W. (“crescita” per gli anglofoni).
Un contenuto per ogni lettera, quindi: G. = Goal (Obiettivo) – R = Reality (Realtà: di cui sono a conoscenza) – O = (Options: Opzioni: che ho a disposizione) – W (Will: Volere).

Oggi risulta essere un’eccellente metodologia utilizzata anche nel Life Coaching (consigliere di vita) per la riscoperta soggettiva delle proprie risorse e per il raggiungimento di obiettivi sfidanti e ben formati.
Nella metodologia del Coaching dobbiamo menzionare Timothy Gallwey, il quale codificò la formula The Inner Game (gioco interiore) ovvero P = p – I (P = performance – p = potenzialità – I = interferenze).
La performance e la prestazione sportiva e professionale è data dalle potenzialità di ogni soggetto, meno le eventuali interferenze interne (scarsa fiducia di sé, paura di non farcela, timore del giudizio degli altri, dialogo interiore disfunzionale) e le interferenze esterne generate dagli eventi esterni a noi (indisponibilità di risorse, ambiente poco favorevole, il pubblico nella comunicazione).